"Mi pareva di essere altrove, a Torino, dove le idee e l'amicizia sono dei beni esaltanti, e i corsi alberati sono così larghi e vasti e deserti, che le parole pare vi possano correre... Quei corsi, quelle vie solitarie si aprono ai giovani che hanno da dirsi delle cose importanti, alte e acute come le montagne, là in fondo"
(Carlo Levi)

I vincitori del Bando di ricerca Torino e le Alpi

La Compagnia di San Paolo ha deliberato i vincitori del bando «Torino e le Alpi» per progetti di ricerca applicata in campo economico, sociale e sanitario nei territori montani di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

Ecco l’elenco ufficiale delle persone o dei gruppi di ricerca selezionati: http://goo.gl/4udjKK

Si tratta delle proposte che hanno passato la selezione del comitato di esperti indipendenti e del team di Torino e le Alpi, secondo i criteri di qualità, fattibilità, rispondenza ai fabbisogni dell’area di riferimento, sostegno e collaborazione alla realizzazione della proposta da parte dei soggetti pubblici o privati locali, competenza dei proponenti in rapporto al progetto presentato e chiarezza espositiva.

 

I PROGETTI DI RICERCA VINCITORI

Sono progetti di ricerca considerati portatori di innovazione e crescita nei rispettivi luoghi di applicazione, e capaci, in futuro, di allargarsi anche ad altri territori.

Il gruppo di ricerche più numeroso è quello orientato alla sviluppo di attività produttive tra cui al primo posto troviamo il settore agro-silvo-pastorale, con ben 11 progetti (razionalizzazione fondiaria, valorizzazione di filiere agricole e forestali e delle razze autoctone). Seguono sei progetti  relativi alla sfera amministrativa/gestionale, mirati ad approfondire le opportunità di potenziamento dei servizi locali per aumentare l’attrattività dei luoghi di riferimento per residenti e turisti (mobilità, turismo, gestione intercomunale, tirocini), e tre dedicati alla sfera sociale e sanitaria (migranti, giovani autistici, insediamenti di nuovi gruppi).

Per quanto riguarda la distribuzione geografica, tenendo presente che alcuni progetti interessano trasversalmente più di un’area, si registra un certo equilibrio delle ricerche con nove progetti che insistono sulle valli torinesi (Susa, Chisone, Sangone, Pinerolese, Germanasca, Chiusella, Pellice, Canavese), sette su quelle cuneesi (Val Grana, Val Maira, Langhe, Val Varaita), tre su Val d’Aosta, tre sulle valli biellesi, due su Liguria e Appenino Ligure-Piemontese e una sulla Valsesia.

Nato nell’ambito del Programma strategico triennale, il bando intende favorire lo sviluppo locale, con il sostegno – fino a un massimo di 15 mila euro – a progetti di ricerca con un forte carattere applicativo che portino a migliorare la qualità di vita dei residenti, a superare condizioni di marginalità economica e sociale, a incrementare l’accesso a servizi di base sanitari e sociali. Le ricerche avranno una durata massima di dieci mesi e tramite il sito, la newsletter e i social network la Compagnia darà conto dello svolgimento delle ricerche e dei progressi raggiunti.

 

TUTTI I PROGETTI DI RICERCA CANDIDATI

Con questa iniziativa, il programma Torino e le Alpi ottiene un risultato importante che supera il perimetro dei venti progetti vincitori, limite imposto dalle contenute disponibilità di budget. Un risultato coerente con alcuni dei suoi obiettivi primari, come contribuire allo sviluppo economico e sociale dei territori alpini promuovendone le capacità di analisi e progettazione, o avvicinare la città alla montagna attraverso la conoscenza dei suoi bisogni e lo studio di modalità innovative per soddisfarli.

Oltre ai progetti vincitori, è interessante riflettere sul significato dell’esito del bando Torino e le Alpi, sugli interessi che ha suscitato, le esigenze che ha espresso, le sinergie di rete che ha favorito: riflettere cioè su quale sia il valore aggiunto complessivo in termini di progettualità, metodologia, sistematizzazione, competenze che esso ha risvegliato e stimolato nel mondo cittadino e montano.

Entro la scadenza del 15 ottobre scorso sono pervenuti ben 153 progetti, un numero che permette di tracciare il quadro della capacità e volontà di risposta all’appello del bando. 153 progetti dal forte contenuto propositivo, che evidenziano un territorio dotato di buone competenze progettuali e di dinamismo organizzativo: in una scala da 0 a 10, nel 48% dei casi la media complessiva dei voti assegnati a ogni progetto è risultata superiore al 7 e nel 79% dei casi superiore al 6. Tutti i progetti candidati sono stati sostenuti da referenze e reti con enti locali, istituzioni accademiche, organizzazioni, associazioni, privati.
L’analisi dei contenuti delle proposte candidate traccia un buon quadro delle potenzialità specifiche delle nostre montagne in rapporto alle esigenze locali. La maggior parte delle ricerche ha presentato contenuti relativi al settore agro-silvo-pastorale, con l’agroalimentare (produzioni, filiere, commercializzazione, marketing dei prodotti) in testa, seguito dall’allevamento (razze animali, alpeggi, prodotti e loro distribuzione), dai temi relativi al bosco e alla filiera del legno, all’accorpamento dei terreni e alla gestione fondiaria associata, a lavorazioni artigianali locali. Il turismo, nelle sue varie forme, molte delle quali utilizzano tecnologie innovative come applicazioni ICT o integrazione nelle attività agro-pastorali, è stato oggetto dell’attenzione di numerose proposte così come la gestione del patrimonio culturale, paesaggistico e naturalistico e il recupero e la rivitalizzazione di piccoli insediamenti (nuclei, borgate). Il terzo grande nucleo tematico è quello socio-sanitario, con progetti in campo assistenziale e di telemedicina. Seguono la formazione, i giovani, la gestione innovativa dei servizi, l’attivazione di centri di ricerca in territori montani.

Nel complesso si è evidenziata una buona corrispondenza tra i temi proposti e i fabbisogni della montagna quali risultano dai documenti istituzionali relativi alla programmazione dei fondi strutturali europei 2014-2020, tranne che per i problemi relativi a energia, gestione dei rischi naturali e infrastrutture tecnologiche.

Oltre metà delle ricerche candidate riguarda politiche e interventi di sviluppo economico sostenibile e innovativo e modelli di imprese innovative, che, una volta avviate dopo lo studio, dovrebbero avere ricadute locali concrete. Il 22% dei progetti di ricerca pervenuti è relativa a nuovi modelli di gestione di territorio, paesaggio, ambiente, il 19% a modalità innovative di organizzazione ed erogazione dei servizi di welfare e il restante a forme e percorsi di rivitalizzazione comunitaria e di relazioni interculturali e intergenerazionali.

Un dato interessante riguarda la distribuzione geografica dei territori oggetto delle ricerche proposte. Essa rispecchia sia la dimensione demografica, sia la distanza da Torino. Così, un cospicuo nucleo di proposte sono pervenute per i territori in Provincia di Torino (Val di Susa, Val Chisone, Canavese). Buona anche la rispondenza rispetto alla Valle d’Aosta – anche a seguito di interventi specifici di promozione del bando e la collaborazione con l’Università della Valle d’Aosta – e alla Provincia di Cuneo (valli cuneesi, saluzzese). Contenuto è stato il numero di ricerche sui territori del Verbano-Cusio-Ossola e sulle Alpi Liguri, ridotto rispetto alle province di Biella, Vercelli ed Alessandria.

 

I VENTI PROGETTI VINCITORI IN SINTESI

Ambito agro-silvo-pastorale

  • Analisi delle sostenibilità economica, energetica e ambientale dell’utilizzo delle risorse forestali locali nella Valle Elvo (BI), come scarti da produzione di legna da ardere o produzioni oggi a ridotta valorizzazione economica da parte delle aziende forestali. Il progetto analizzerà la filiera foresta-legno-energia con l’obiettivo di promuovere impatti economici e sociali positivi nei territori montani per favorire uno sviluppo economico-imprenditoriale di aziende di piccole e medie dimensioni attualmente presenti sul territorio montano alpino.
  • A partire dall’esperienza svolta sulle Alpi appenniniche in Sud Italia che ha permesso a diverse aziende agricole locali di uscire da una condizione di marginalità, il progetto analizzerà un modello di produzione di latte per il consumo alimentare diretto (Latte Nobile) e non per trasformazione in formaggi. Il latte alimentare consente di ridurre l’onerosità e i tempi di lavorazione (capitale immobilizzato come formaggio, per esempio). Il progetto si svolgerà in concomitanza con il progetto “Latte Nobile delle Alpi piemontesi” finanziato dalla Regione Piemonte e volto a caratterizzare il prodotto “Latte Nobile” e definirne il disciplinare di produzione. L’analisi prenderà avvio nelle Val di Susa, Val Chisone e Valsesia e potrà poi estendersi ad altre aree.
  • La ricerca punta a individuare nuove forme di gestione territoriale che consentano di ampliare le dimensioni medie delle aziende a beneficio dell’ambiente e del territorio, per ovviare a una frammentazione fondiaria che deprime la redditività e la fruibilità dei territori alpini. L’Associazione Fondiaria, una libera associazione tra proprietari di terreni per il recupero funzionale delle superfici e altre forme di gestione collettiva dei terreni vengono analizzate, anche in rapporto alle esperienze estere (per esempio in Francia), rispetto ad una loro integrazione e applicazione in un Comune, Pragelato (TO), esteso e con una importante componente turistica.
  • Al centro della ricerca vi sono gli estesi pascoli di proprietà comunale concessi agli allevatori. E’ un sistema agropastorale tradizionale che, oltre alla valenza culturale, garantisce la manutenzione del territorio alpino e favorisce le attività produttive con importanti ricadute sociali. Di recente l’affidamento dei pascoli pubblici è entrato in crisi per diversi motivi di tipo legislativo ed economico. Il progetto vuole predisporre e fornire ai Comuni montani di Condove e Canosio in Val Maira, linee guida per l’affitto dei pascoli in modo tale da tutelare la risorsa pubblica e, al contempo, garantire la produttività e la competitività delle aziende agricole che operano in montagna, nel rispetto delle norme ambientali e agricole europee, nazionali e regionali.
  • Il degrado del patrimonio agricolo-forestale conseguente all’abbandono della montagna è particolarmente evidente nelle montagne biellesi – e in generale sulle Alpi piemontesi – dove ampie superfici inutilizzate invadono disordinatamente i versanti estendendosi alle aree prative e ai pascoli. La ricerca intende analizzare le possibilità di accorpamento di proprietà in modo da generare lotti di taglio omogenei o superfici sufficientemente estese, creando un sistema informatizzato capace di identificare parametri come proprietà, uso suolo, disponibilità dei proprietari a utilizzare il bene per gli scopi agricoli e forestali in modo da favorire il recupero di pascoli e alpeggi.
  • Il progetto ha lo scopo di aumentare il valore dell’allevamento di razze autoctone nelle aree montane della Valle d’Aosta, il Biellese, le Langhe, l’Appennino Ligure-Piemontese e la Val d’Aveto in Liguria non vocate all’allevamento intensivo, con un’analisi sulla valorizzazione economica dei prodotti caseari e sulle possibilità di ampliare le opportunità di mercato, anche a partire dalle loro proprietà nutrizionali. La conservazione delle razze autoctone è stato oggetto negli ultimi decenni di sforzi da parte delle istituzioni locali. Obiettivo del progetto è allargare l’uso dei prodotti di queste razze ben adattate e immediatamente disponibili per incrementare l’economia delle aree alpine.
  • La prima rete di imprese italiane della filiera foresta legno (12-to-many) è nata in provincia di Udine ad aprile 2014 per unire direttamente il bosco al mercato del prodotto finito con la partecipazione di nove micro imprese. Questo progetto intende valutare l’applicazione di questo modello innovativo e positivo nel Pinerolese e nelle Valli Chisone e Germanasca con fasi di studio e analisi alternate a verifiche sul campo.
  • Il progetto intende analizzare i prati da sfalcio come un elemento di valore dal punto di vista economico, paesaggistico e della biodiversità. Queste superfici hanno risentito in passato di una perdita del valore economico e commerciale del foraggio, portando negli anni scorsi all’approvvigionamento dall’estero. Il mantenimento della praticoltura, invece, è una risorsa importante dell’economia alpina, nonché una delle priorità nella conservazione del paesaggio e della biodiversità dei territori e occorre quindi sviluppare l’integrazione tra elementi innovativi e tradizionali per rendere queste superfici un valore aggiunto per il territorio. L’analisi si svolgerà nelle Valli Chisone, Pellice e Germanasca.
  • I problemi dell’abbandono delle terre e dell’incremento forestale sono principalmente dovuti all’estrema frammentazione fondiaria e alla bassa produttività dei terreni agricoli montani. L’associazione fondiaria, che consente di riunire sotto un’unica gestione collettiva i terreni conferiti dai singoli soci, può costituire uno strumento utile per superare il frazionamento fondiario e consentire il rilancio di iniziative di agricoltura montana. La ricerca analizza la situazione di alcune associazioni fondiarie (Carnina/Briga Alta, Montemale, Ostana, Avolasca) nate per l’intraprendenza dei singoli e su base volontaria, approfondendo gli sviluppi giuridici e fiscali, l’aspetto partecipativo, la sostenibilità della gestione e l’impatto sulla collettività.
  • Il progetto di ricerca affronta il tema delle risorse forestali di proprietà privata per individuare nuovi modelli di gestione nel territorio della Valchiusella, Valle Sacra e Dora Baltea Canavesana, dove la categoria forestale prevalente è il castagneto. Il progetto analizza gli elementi di insuccesso nella pratica di gestione associata individuando azioni alternative per la sua buona riuscita.
  • La ricerca si concentra sul feltro, manufatto tessile termoisolante, impermeabile, traspirante, insonorizzante, equilibratore di umidità, resistente all’usura, caratterizzato da morbidezza, biodegradabilità ed ecosostenibilità (si realizza con lana, acqua e sapone), con numerose applicazioni nell’abbigliamento e nell’arredamento. Il progetto intende analizzare l’integrazione tra un’opportunità di sviluppo artigianale montano e l’utilizzo di un prodotto locale, la lana, al momento non sufficientemente valorizzato, per stimolare ricadute occupazionali sul territorio e il rilancio di antiche tecniche di lavorazione artigianale. La ricerca si svolgerà in Valle Stura, Valle Maira e Valle Grana.

Ambito ammnistrativo-gestionale

  •  Il progetto intende costituire un modello integrato di progettazione del paesaggio e architettonica, della topografia, della cartografia e GIS, della valutazione economica dei progetti con processi di analisi congiunte e convergenti per studiare la fattibilità di una cremagliera al servizio delle diverse frazioni del Comune di Castelmagno in Valle Grana (CN).
  • La tematica della mobilità in ambito alpino risulta un elemento strategico per contrastare lo spopolamento delle terre “alte”. La ricerca, che si svolgerà in Val Varaita, intende analizzare nuove formule di offerta di trasporto in aree a domanda debole per identificare modelli a gestione mista pubblico-privata, tramite l’istituzione di una piattaforma tecnologica di accesso per smartphone e via telefono tradizionale. Il sistema utilizza mezzi di trasporto ordinari che fanno capo a un gestore, il quale potrà ridurre i costi ottimizzando orari e tratte per un miglior servizio a disposizione degli abitanti, dei turisti, delle attività ricettive.
  • La ricerca è uno studio sperimentale che si propone di costruire innovazione nelle imprese a partire dalla scuola, per lo sviluppo della montagna e mira a promuovere i tirocini curriculari presso imprese selezionate che possono ospitare i tirocinanti per alcuni mesi, senza spesa e senza obbligo di assunzione. Il progetto viene svolto nelle Valli del Canavese in collaborazione con il relativo G.A.L.
  • La ricerca si concentra sul trasferimento e l’ideazione di buone pratiche nel campo dei servizi in area alpina per la loro realizzazione e gestione a livello intercomunale con l’obiettivo di ridurre la marginalità e definire servizi specifici in risposta alle esigenze delle realtà di montagna. La presenza, l’accessibilità e la qualità dei servizi rende più appetibile i territori per le persone che vi abitano, che decidono di stanziarvisi e per i turisti. L’area di riferimento è la Val Cenischia, con i Comuni di Venaus, Mompantero, Novalesa e Moncenisio e il Comune di Susa, un micro sistema locale che può costituire una buona base di partenza per la formazione di un sistema integrato di servizi collegati alla definizione di pratiche gestionali intercomunali.
  • La ricerca intende analizzare modelli di gestione del territorio indirizzati allo sviluppo del geoturismo, il cui scopo è favorire la conoscenza e la fruizione del patrimonio geologico e naturalistico locale. Oggetto dell’analisi saranno le interazioni tra la componente fisica del territorio e i beni culturali risultato dell’azione dell’uomo per promuovere un turismo montano eco-compatibile. L’area di svolgimento della ricerca è la Valchiusella. Il modello a cui ispirarsi è la Val di Cornia, in Toscana, che ha puntato sulla riconversione economica del territorio e la valorizzazione di un turismo di qualità fondato sui beni culturali e ambientali.
  • ReTour in Valpelline è uno studio di fattibilità per la realizzazione di un progetto già in parte collaudato in Val Maira volto a creare un distretto turistico fondato su un’idea di turismo responsabile e incentrato su attività di escursionismo e alpinismo. La Valpelline è priva di impianti sciistici e si presta a nuove forme di offerta turistica fondate sulle ricchezze del territorio. Il progetto intende quindi identificare un percorso pedonale ad anello che tocca tutti i Comuni della valle che definisca itinerari tematici (storia alpinistica, geologica, naturalistica, etnografia, economia locale) per attivare un’offerta turistica alternativa rispetto a quella tradizionale.

Ambito sociale e sanitario

  •  Il trattamento per l’autismo prevede frequenti incontri di consulenza psico-educativa con genitori e insegnanti, servizi a cui le famiglie residenti in territorio montani hanno difficoltà ad accedere. La ricerca intende esaminare l’applicazione di una pratica innovativa di teleassistenza integrata secondo il modello “PLAY – Psychology Lab for Autism in Young People” per i bambini con autismo che a causa delle distanze della propria residenza dai centri clinici accedono in misura ridotta all’assistenza sanitaria. La ricerca si svolge in comuni montani della provincia di Cuneo (Alta Langa, Valli Belbo, Bormida e Uzzone, Valli Po, Bronda, Infernotto) e di Torino (Valli Susa, Chisone, Germanasca, Pellice, Pinerolese, Sangone).
  • L’accoglienza dei migranti forzati in Italia rappresenta un tema centrale, complesso e urgente. Il progetto ha l’obiettivo di condurre uno studio di fattibilità per sviluppare soluzioni di community welfare nel settore dell’accoglienza a richiedenti asilo e rifugiati in bassa Valle di Susa e in Valle d’Aosta.
  • La ricerca ha l’obiettivo di verificare la fattibilità di un “distretto della madre terra” a cavallo tra Piemonte e Liguria, in Val Borbera, creando interdipendenze tra tre asset cruciali per lo sviluppo dell’area: il ritorno alla terra di giovani agricoltori/allevatori, l’insediamento della comunità internazionale Sahaja Yoga di Cabella Ligure (100 residenti stabili) e la qualità ambientale-paesaggistica dell’area. Lo sviluppo delle terre alte può passare attraverso l’insediamento di vocazionale di nuove popolazioni capaci di riconoscere le risorse del territorio e la promozione dello sviluppo locale.

Lo Staff di Torino e le Alpi

Info: http://goo.gl/WI48aM

 

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