Bando ricerca: i progetti sul territorio
Continua la maratona di www.torinoelealpi.it per seguire le équipe vincitrici del bando per progetti di ricerca applicata in campo economico, sociale e sanitario nei territori montani di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, lanciato dalla Compagnia di San Paolo nell’ambito del programma “Torino e le Alpi”. Nella terza puntata vi portiamo in Valle Varaita, dove un gruppo di ricerca è impegnato nel difficile compito di “suggerire nuove strade” per arrivare a un servizio di trasporti più efficiente, sostenibile e utile per turisti e popolazione locale. Una sfida difficile quanto importante.
Mauro Artesano fa gli onori di casa presso il Comune di Venasca, nella bassa Valle Varaita. Fatica a individuare una sua qualifica oggi che le realtà montane sono state “rivoltate come un calzino” e sopravvivono in bilico tra unioni di comuni, comunità montane, accorpamenti ed altro ancora. «Direttore e segretario Comunità montana Valli del Monviso e Unione montana Valle Varaita», decreta. In sostanza fa quello che ha sempre fatto, da anni: cercare di amministrare i territori locali con le risorse a disposizione. Oggi però barcamenandosi attraverso un mosaico di enti fluidi di secondo livello e la penuria ormai endemica di soldi che colpisce il Paese intero. Perché se le strutture cambiano e la compagine economica peggiora di anno in anno, le esigenze dei territori permangono. E anzi, a volte aumentano. Come quelle di avere servizi efficienti alla popolazione, perché, come ricorda Artesano: «non si può vivere di solo lavoro da nessuna parte. Figuriamoci qui da noi in montagna».
Presidiare i servizi
Uno dei servizi strategici per chi decide di rimanere o andare a vivere in montagna è sicuramente quello della mobilità. E da questo punto di vista in tutte le nostre vallate alpine, assicurano gli amministratori, c’è molto da lavorare. «Bisogna pensare ad altro rispetto al pullman da 50 posti che percorre la valle una volta al mattino ed una la sera – spiega Artesano – anche perché con la retribuzione pubblica ferma da anni a 0,75 euro a chilometro, e con continue riduzioni, le ditte di trasporti non riescono più a reggere. Inoltre i ragazzi che vanno alle superiori devono partire alle cinque del mattino per rientrare alle quattro del pomeriggio. Non è sostenibile. E anche questa diventa una delle cause dell’abbandono delle alte valli». Ma come fare a riorganizzare questo servizio?
Verso una mobilità sostenibile
In aiuto alla Valle Varaita è arrivato il team di ricerca degli ingegneri dei trasporti Dario Alberto e Francesco Ramella, con il loro progetto di “Mobilità sostenibile”, che grazie al sostegno economico della Compagnia di San Paolo, sta lavorando all’analisi di nuove formule di offerta di trasporto in aree a domanda debole per identificare soluzioni a gestione mista pubblico privata (guarda l’elevator pitch dell’èquipe Torino e le Alpi che in questi mesi lavorerà al progetto).
«Siamo partiti con la raccolta delle informazioni generali – spiega l’ingegner Ramella – per capire qual è l’offerta attuale, chi la gestisce e quali sono le fonti di finanziamento. Parallelamente stiamo cercando di capire chi è l’utenza e che tipo di esigenze ha». Il servizio di mobilità vallivo è un’offerta nata molti anni fa, con caratteristiche di rigidità e costi elevati. Un sistema andrebbe ripensato, con servizi a chiamata e altri accorgimenti del genere. In realtà, grazie all’impegno dell’ex Comunità montana e dei comuni interessati, qualcosa nel corso di questi anni è già stato fatto. Ad esempio l’istituzione del cosiddetto “servizio mercatale”, che due volte la settimana permette a chi vive in alta valle di recarsi al mercato di Sampeyre e di Venasca. Si tratta di un furgone nove posti, che accanto al servizio fisso presso i due mercati, funziona anche a chiamata. «Vivevo in pianura e facevo l’autista per la compagnia che gestisce il servizio – racconta l’autista che come tutti martedì attende i suoi clienti in sosta sulla piazza centrale di Sampeyre –. Poi mi sono trasferito a Bellino, lavoro in valle e non tornerei giù per nessun motivo». Con gran risparmio per tutti e un’accresciuta efficienza del servizio. Che anche in caso di interruzione di strade o nevicate risulta sempre presente.
Costruire alternative
«In definitiva – conclude Ramella – dobbiamo pensare ad un servizio economicamente più sostenibile e che soddisfi meglio le esigenze della popolazione residente. Con formule miste pubblico-privato, nuovi mezzi e fonti economiche aggiuntive. Magari provenienti anche dal settore turistico».
In valle ormai sono tutti convinti, così non ha più senso andare avanti: con enormi pullman vuoti che salgono e scendono lungo la valle e servizi strategici che rimangono disattesi. «È un progetto a cui pensiamo da tempo – dichiara Bernardino “Dino” Matteodo, sindaco di Frassino, Presidente del Bacino imbrifero montano del Varaita e figura chiave delle politiche pubbliche di valle degli ultimi trent’anni –, perché il trasporto è strategico per vivere in montagna. E – concorda con il collega Artesano – quello attuale non risponde alla domanda ed è troppo costoso. Da anni assistiamo alla contrazione delle linee utili e alla continuità di quelle che non trasportano nessuno. Se questo studio sarà in grado di offrirci nuovi strumenti di mostrarci alternative al sistema attuale noi ci impegneremo a mettere in piedi il modello. E comunque è di sicuro uno studio non finalizzato a se stesso».
Maurizio Dematteis
Guarda il reportage sulla mobilità in Valle Varaita